Ricercatori universitari residenti all’estero che vogliono collaborare con le Università italiane

ricercatori universitari esteroMolti aspiranti ricercatori universitari residenti all’estero (italiani o non) trovano difficoltà a capire quali sono le questioni sanitarie, previdenziali e gli adempimenti fiscali, per svolgere un’attività di ricerca con le Università italiane. 

Le Università italiane attirano l’interesse di aspiranti ricercatori universitari. Spesso però è complicato per questi giovani sapere e capire quali sono gli adempimenti e gli inquadramenti vigenti in Italia ed i risvolti collaterali nel proprio Stato di residenza, per chi volesse esercitare questo tipo di attività:

– Gli adempimenti fiscali 

– La copertura sanitaria 

– La posizione previdenziale 

1. FISCO 

In Italia, il regime fiscale delle borse di studio per lo svolgimento di attività di ricerca postlauream prevede l’esenzione dall’IRPEF per i compensi erogati dalle Università ai ricercatori, inquadrati come “collaboratori”, e quindi gli emolumenti sono assimilati ai redditi da lavoro dipendente. Questa esenzione è stata ribadita con la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 120/E del 22/11/2010 che riassume tutti gli aspetti fiscali per questa tipologia di lavoratori. 

Questa esenzione è naturalmente valida solo per quanto riguarda il regime fiscale italiano: essendo residente all’estero, gli emolumenti percepiti dovranno essere inseriti nella dichiarazione dei redditi dello Stato di residenza come reddito da lavoro dipendente.  

In merito all’aspetto fiscale c’è una questione che riguarda anche la previdenza che riportata al successivo punto 3) 

2. COPERTURA SANITARIA 

Per quanto riguarda il timore della scopertura sanitaria, le disposizioni per i cittadini residenti all’estero che si trovano in Italia prevedono che, per periodi superiori a 3 mesi, la copertura è garantita per coloro che sono titolari della tessera sanitaria europea (TEAM), rilasciata dal servizio sanitario dello Stato di residenza 

Ma cos’è la tessera europea di assicurazione malattia? 

È una tessera gratuita che dà diritto all’assistenza sanitaria statale in caso di permanenza temporanea in uno dei 27 Stati membri dell’UE, in Islanda, in Liechtenstein, in Norvegia e in Svizzera, alle stesse condizioni e allo stesso costo (gratuitamente in alcuni paesi) degli assistiti dello Stato in cui ci si trova. Le prestazioni coperte comprendono, ad esempio, quelle fornite in connessione a malattie croniche o già in atto, nonché a una gravidanza e a un parto. 

Le tessere devono essere richieste al servizio sanitario nazionale al quale si è assicurati nello Stato di residenza. Se il ricercatore si trasferisce temporaneamente in Italia con qualche familiare, la TEAM deve essere richiesta per ogni membro della famiglia che lo accompagna. 

Su richiesta dell’assicurato, l’ente è tenuto a rilasciare la tessera europea di assicurazione malattia o in alternativa un certificato sostitutivo provvisorio se la tessera non è immediatamente disponibile. 

ATTENZIONE! La tessera europea di assicurazione malattia: 

  • non è un’alternativa all’assicurazione di viaggio. Non copre l’assistenza sanitaria privata né costi come quelli del volo di ritorno al proprio paese di provenienza o relativi a beni persi o rubati; 
  • non copre i costi se si viaggia al solo scopo di ottenere cure mediche; 
  • non garantisce servizi gratuiti. I sistemi sanitari dei vari paesi sono diversi: determinati servizi che nel proprio paese sono gratuiti potrebbero non esserlo in un altro stato. 

3. POSIZIONE PREVIDENZIALE 

I ricercatori universitari non residenti sono iscritti obbligatoriamente all’INPS nella GESTIONE SEPARATA, leggi qui

Attenzione: normalmente una parte dei contributi previdenziali versati (quota lavoratore) in Italia sono deducibili nella dichiarazione dei redditi, fatta eccezione per gli assicurati residenti all’estero. 

Per quanto riguarda l’utilizzo di questi contributi previdenziali, i periodi contributivi italiani sono completamente “totalizzabili” con quelli versati negli stati della UE.  

Per qualsiasi approfondimento o chiarimento, rivolgiti ad una delle nostre sedi italiane o all’estero e cerca la sede del Patronato ACLI più vicina. 

 

Raffaele DE LEO